

Bonus partite iva 2024
Dal 2024 nuovo bonus per le partite iva

Francesca Rizzi
Pubblicato il 21 novembre 2023
Hai la partita iva? A partire dal 2024 ci sono delle interessanti novità per i lavoratori autonomi.
Nello specifico la manovra 2024 ha confermato e reso strutturale il cosiddetto Bonus partita Iva Inps da 800 euro (conosciuto anche come ISCRO).
In particolare, il disegno di legge di Bilancio 2024 stabilizza e contestualmente modifica l’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa (Iscro), introdotta in via sperimentale per il 2021-23 dalla legge 178/2020.
Questa si connota come una misura che è pensata con l’obiettivo di sostenere piccoli imprenditori e professionisti che si trovano a fronteggiare un calo del proprio reddito, una sorta di cassa integrazione per partite Iva.
Rappresenta una forma di cassa integrazione per lavoratori autonomi, liberi professionisti e titolari di partita Iva che perdono il lavoro e quindi subiscono diminuzioni nel proprio reddito.
Il sostegno avrà un importo variabile fino a 800 euro, erogato per un periodo di sei mesi.
Questo significa che l’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa che è stata garantita alle Partite Iva in difficoltà durante la pandemia tornerà quindi per tutti gli autonomi o piccoli imprenditori, che hanno riscontrato delle difficoltà economiche durante l’anno.
All’interno di questo articolo andremo ad approfondire come funziona e a chi spetta.
Di cosa si tratta
Il bonus partita Iva, o Iscro (Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa), è stato pensato un po’ come se fosse una cassa integrazione riconosciuta alle partite Iva iscritte alla Gestione separata dell’Inps che esercitano per professione abituale attività di lavoro autonomo.
Quanto previsto dalla nuova Legge di Bilancio 2024 in merito al bonus rivolto alle partite Iva non è che la precedente misura ISCRO rivista e introdotta in modo strutturale.
Questa si connota come un particolare tipo di un sostegno che ha come obiettivo quello di garantire ai lavoratori autonomi in difficoltà una sorta di cuscinetto economico. Questo si contraddistingue per il fatto di avere un funzionamento molto simile a quello di una cassa integrazione per lavoratori dipendenti.
Nello specifico suddetta misura era stata introdotta, in un primo momento, con la manovra 2021 e a seguito era stata sottoposta ad alcuni aggiustamenti specifici, che avevano modificato diversi requisiti di accesso. Si chiarisce che in questo momento il nuovo intervento del governo è finalizzato ad aggiornare questo sostegno, rendendolo permanente.
Si rileva che le principali differenze introdotte per il 2024 hanno ad oggetto i limiti relativi al reddito massimo dei beneficiari e la percentuale di perdita del fatturato ammessa per accedere all’ISCRO. Di fatto questo sostegno viene rivolto a chi ha perso molti ricavi, più della metà, nel corso dell’anno rispetto a due anni precedenti.
A tal fine la misura prevede quindi una erogazione mensile, per sei mesi, che viene disposta dall’ente previdenziale INPS a tutti coloro che rispettano i requisiti per accedervi.
Questo bonus dell’Inps per le partite Iva va da un minimo di 250 fino a un massimo di 800 euro, a seconda della situazione del lavoratore autonomo che ne fa richiesta.
Nello specifico bonus partita Iva fino a un massimo di 800 euro viene erogato su base semestrale e viene riconosciuto nella misura del 25% dei redditi dichiarati dal libero professionista o dalla partita Iva nei due anni precedenti all’anno prima a quello in cui è stata effettuata la domanda, quello di riferimento per la dichiarazione.
Soggetti beneficiari
Particolarmente rilevante e comprendere chi sono gli effettivi beneficiari della misura. Di fatto suddetta tipologia di cassa integrazione per autonomi può essere erogata a favore di coloro che hanno una partita Iva come lavoratore autonomo o piccolo imprenditore.
Questa spetta a chi rispetta i seguenti requisiti:
- ha un reddito massimo di 12.000 euro annui;
- ha subito una perdita economica almeno del 70% rispetto al periodo di due anni precedenti;
- la partita Iva deve essere stata aperta almeno da tre anni;
- non è titolare di pensione;
- non sta ricevendo l’Assegno di Inclusione;
- si trova in regola con la contribuzione obbligatoria per legge;
- presenta una domanda specifica all’INPS per accedere alla misura.
Nel caso in cui questi requisiti sono rispettati, il lavoratore autonomo si trova in una condizione in cui ha il diritto a ricevere ogni mese un determinato importo, calcolato in base al fatturato complessivo, per un massimo di sei mesi.
Per il calcolo del limite reddituale si chiarisce che l’INPS segnala che il “limite prende in considerazione solo il reddito derivante dallo svolgimento dell’attività lavorativa autonoma ed esposto nella dichiarazione dei redditi nel quadro RE, RH o LM, nel caso rispettivamente di attività professionale individuale, partecipazione a studi associati o soggetti in regime forfettario. Il suddetto limite non prende in considerazione altre tipologie di reddito quale il reddito da lavoro dipendente o parasubordinato o di partecipazione a impresa”.
Come funziona il bonus partita iva 2024
Per quanto concerne gli importi che il lavoratore autonomo potrà ricevere si chiarisce che la somma corrisposta dall’INPS si può percepire una volta che è stata attuata la presentazione di un’apposita domanda, a cui segue un preciso calcolo da parte dell’ente previdenziale per erogare il sostegno.
Emerge che l’ammontare mensile corrisponde al 25% dei redditi dichiarati dal lavoratore autonomo, su un periodo di sei mesi, rispetto ai due anni precedenti all’anno prima in cui viene presentata la domanda di accesso. Di fatto il sostegno verrà erogato ogni mese, per un importo che non potrà essere inferiore a 250 euro o maggiore a 800 euro.
Dal punto di vista pratico si rileva che l’ISCRI 2024 verrà erogata a partire dal prossimo anno tramite l’impiego di un contributo dello 0,35% sui redditi derivati dal lavoro autonomo, secondo quanto previsto dalla manovra. Questo praticamente funzionerà come una vera e propria cassa integrazione, che prima dell’introduzione della misura straordinaria ISCRO non era prevista per i professionisti autonomi e i piccoli imprenditori.
Esistono dei casi in cui si può perdere l’accesso alla misura. In particolare se viene meno anche solo uno dei requisiti visti sopra.
Lo stesso accade per la cessazione della partita Iva.

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