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Fringe benefit 2024: come cambia il bonus dipendenti e nuovi limiti

Novità sui Fringe benefit

Francesca Rizzi

Pubblicato il 06 November 2023

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Quello dei finge benefit è stato uno degli argomenti di maggior discussione in seno alla maggioranza. Nonostante questo la manovra 2024 ha comunque confermato i fringe benefit anche per il prossimo anno. 

Tuttavia, ci saranno delle modifiche sostanziali al riguardo

Nello specifico il disegno di legge di Bilancio 2024 ha previsto la proroga, anche per il prossimo anno, l’aumento del valore dei fringe benefit che il datore di lavoro può erogare ai propri lavoratori, senza che queste liberalità possano concorrere a formare reddito di lavoro dipendente. Ci sono però delle novità. In particolare, si prevede l’aumento da 258,23 euro a 1.000 euro per tutti i lavoratori dipendenti. Aumento che arriva a 2.000 euro qualora il lavoratore abbia almeno un figlio a carico.

All’interno di questo articolo andremo ad approfondire i fringe benefit.

Cosa sono i fringe benefit

I fringe benefit si connotano come dei particolari compensi di tipo non monetario. Nello specifico sono dei beni o dei servizi direttamente messi a disposizione a favore dei lavoratori da parte di un’azienda, senza che ve ne sia l’obbligo in forza di norme di legge. 

Questo significa che il datore di lavoro ha la possibilità di riconoscerli al proprio dipendente, al suo coniuge o agli altri familiari a carico e si pongono in aggiunta al normale stipendio versato ogni mese.

Si evidenzia che esistono differenti tipologie di fringe benefit, ma tra i più comuni rientrano beni come l’auto e il cellulare aziendali, i buoni acquisto e i buoni pasto, le borse di studio, ma anche l’assistenza sanitaria, le polizze assicurative, i prestiti personali. Ricadono in questa fattispecie anche i pagamenti di affitto e per il mutuo della prima casa.

Questo significa che i datori possono quindi scegliere quali benefit erogare ai propri lavoratori, anche in base al ruolo ricoperto da questi ultimi.

Si evidenzia che in Italia la tassazione sui fringe benefit è particolare dal momento che è possibile per datori e lavoratori accedere ad alcune agevolazioni entro un certo limite di spesa applicato per i fringe benefit.

Fringe benefit 2024, le novità in Manovra

Con l’obiettivo di riuscire ad aiutare i lavoratori, in un contesto caratterizzato da altra inflazione, con la legge di Bilancio 2024 il governo Meloni ha voluto rendere strutturale la misura che riguarda i fringe benefit, seppur apportando delle modifiche importanti .

In particolare emerge che il tetto massimo di non imponibilità delle misure di welfare aziendale è stato innalzato in quanto passa a 1.000 euro per la generalità dei lavoratori dipendenti e a 2.000 euro per i dipendenti con figli a carico.

Di controverso per il 2023 erano stati esclusi dalla tassazione i fringe benefit entro il raggiungimento del limite di 258,23 euro per la generalità dei lavoratori dipendenti e 3.000 euro per i lavoratori dipendenti con figli a carico.

Questo significa che con la Manovra 2024, quindi, vengono modificati i fringe benefit a partire dal prossimo 1º gennaio. Nello specifico la soglia esentasse per i bonus aziendali in forma di beni e servizi, di fatto, scende da 3.000 a 2.000 euro per i lavoratori con figli a carico, mentre passa dagli attuali 258,34 euro a 1.000 euro per tutti gli altri.

Si ricorda che i fringe benefit sono dei benefici che concorrono al reddito dei lavoratori dipendenti, ma per cui esistono alcune soglie specifiche al di sotto delle quali questo non avviene.

Si rende noto che è stata prevista una particolare attenzione a favore dei lavoratori dipendenti con figli. Di fatto per ciò che riguarda i fringe benefit, oltre ad essere prevista una soglia di detassazione maggiore rispetto agli altri lavoratori, sono state anche date delle indicazioni specifiche anche per poter accedere a questi vantaggi.

Nello specifico si prevede una riconferma sul procedimento che il lavoratore deve compiere per chiedere l’accesso ai fringe benefit potenziati. A tal fine bisognerà presentare una richiesta specifica confermando al proprio datore di avere diritto ad accedere a tale soglia, presentando il codice fiscale dei figli a carico.

A chi si applicano i fringe benefit 

Per comprendere al meglio il funzionamento dei fringe benefit è rilevante comprendere quali sono i beni per cui sarà possibile accedere ai nuovi limiti di detassazione a partire dal 2024. Sono coinvolti da questa possibilità quei beni erogati dal datore di lavoro diversi dallo stipendio.

Ricadono in questa fattispecie i buoni acquisto, fabbricati concessi ad uso abitativo, buoni benzina, ricariche telefoniche, autovetture ad uso promiscuo, interessi sui prestiti, particolari polizze. Si evidenzia che nel 2024 con molta probabilità vi rientreranno anche le bollette domestiche, come accaduto quest’anno.

Questo significa che a partire dal prossimo anno sarà anche possibile andare ad aggiungere alla lista dei bonus dipendenti, a patto che non vengano decise ulteriori modifiche, anche l’affitto e il mutuo sulla prima casa.

Così come è successo nel 2023 si chiarisce che anche nel 2024 verranno esclusi altri tipi di beni, come quelli a finalità sociale, le spese per il trasporto con i mezzi pubblici, di assistenza sanitaria e i contributi di previdenza complementare.

Come richiedere i fringe benefit

Ai fini di poter beneficiare dei fringe benefit da 2.000 euro, che sono previsti per i genitori con uno o più figli, se il lavoratore deve dichiarare al datore di lavoro di averne diritto (nel caso siano previsti dall’azienda), indicando il codice fiscale del figlio o dei figli fiscalmente a suo carico. Si sottolinea che in realtà, non esiste una forma specifica per questa dichiarazione, quindi può essere prodotta secondo modalità concordate tra le due parti.

Qualora intervengano delle modifiche in merito ai requisiti per l’agevolazione (ad esempio nel caso in cui un figlio non sia più fiscalmente a carico) il dipendente deve comunicarlo per tempo al datore di lavoro. Quest’ultimo recupererà il beneficio non spettante nei periodi di paga successivi e, comunque, entro i termini per le operazioni di conguaglio.

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