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In arrivo i conguagli della perequazione 2022 a dicembre

Per le pensioni sono arrivati i conguagli 2022

Francesca Rizzi

Pubblicato il 23 ottobre 2023

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A partire dal 1 dicembre 2023 si prevede che avrà luogo l’anticipo del conguaglio sulle pensioni per la perequazione del 2022.

Questo conguaglio della perequazione degli assegni andrà ad apportare un incremento delle pensioni a partire dal prossimo 1° dicembre 2023. L’anticipo del conguaglio a dicembre si pone come novità in quanto solitamente risulta essere prevista per il mese gennaio.

Tale azione si colloca all’interno del decreto fiscale che è connesso alla Legge di Bilancio 2024, pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 18 ottobre. 

Si chiarisce che la scelta di attuare il conguaglio nel mese di dicembre trova base nella volontà di dare la possibilità all’INPS di avere il tempo adeguato e necessario per l’adeguamento degli importi.

Nello specifico tale misura risulta essere finalizzata al recupero dell’inflazione effettiva dell’anno precedente, ovvero l’8,1% del 2022.

All’interno di questo articolo andremo ad approfondire come funziona questo conguaglio e quali saranno gli impatti sull’ammontare della pensione.

L’impatto sulla pensione

L’anticipo del conguaglio della perequazione degli assegni si pone come una misura inclusa all’interno della Legge di Bilancio approvata il 16 ottobre scorso dal Consiglio dei Ministri.

Una delle azioni più importanti che sono state delirante per mezzo della Legge di Bilancio 2024 e dal decreto-legge con misure economiche e fiscali anche le nuove regole sul pensionamento è rappresenta dall’anticipo del conguaglio della perequazione dell’anno 2023.

Nello specifico il decreto-legge n. 145/2023 in vigore dal 19 ottobre, all’articolo 1, cita: "al fine di contrastare gli effetti negativi dell’inflazione per l’anno 2023 e sostenere il potere d’acquisto delle prestazioni pensionistiche, in via eccezionale il conguaglio per il calcolo della perequazione delle pensioni, di cui all’articolo 24, comma 5, della legge 28 febbraio 1986, n. 41, per l’anno 2022 è anticipato al 1° dicembre 2023.”

Tale aspetto è strettamente connesso all’importante crescita del tasso di inflazione che si è andato a delineare degli ultimi due anni che ha decreto una crescita rilevante del caro vita.

A tal fine si chiarisce che l’ammontare effettivo dell’inflazione per il 2022 si è attestata sull’8,1 per cento.

Inizialmente l’assegno pensionistico è aumentato del 7,3% a cui si va ad apportare un aumento pari allo 0,8 per cento.

Il pagamento scatterà dal 1° dicembre, con un mese di anticipo rispetto ai tempi abituali che prevedevano il conguaglio a gennaio.

Aumento della pensione

I soggetti che godranno di un maggior beneficio subordinato a questo conguaglio sono i titolari degli importi più bassi in quanto con la legge di bilancio approvata alla fine del 2022, è stato introdotto un limite alle garanzie. 

Di fatto si nota che la rivalutazione pari al 100% (e il conguaglio) sarà concretamente garantita solamente per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo Inps, ovvero 2.101,52 euro lordi mensili.

Dati questi presupposti emerge che quelle di importo superiore avranno invece un incremento a fasce, ossia con percentuali decrescenti secondo l’importo lordo del trattamento mensile complessivo.

Si applicano le seguenti percentuali:

  • 0,68 per cento ossia l’85 per cento del tasso per le pensioni tra 2.101,53 e 2.626,90 euro;
  • 0,424 per cento ossia il 53 per cento del tasso per le pensioni tra 2.626,91 e 3.152,26 euro;
  • 0,376 per cento ossia il 47 per cento del tasso per le pensioni tra 3.152 e 4.203,04 euro;
  • 0,296 per cento ossia il 37 per cento del tasso per le pensioni tra 4.203,05 e 5.253,80 euro;
  • 0,256 per cento ossia il 32 per cento del tasso per le pensioni superiori a 5.253,81.

Cambiamenti futuri

Il governo ha chiarito che il meccanismo sarà rivisto per il 2024. Di fatto si ipotizza che la rivalutazione riguardante la “fascia” tra 4 e 5 volte il minimo possa aumentare dal 85% al 90%. 

Si rende però noto che le ulteriori modifiche saranno effettivamente contemplate solo nel testo finale della nuova legge di bilancio. 

Per ora, l’anticipo del conguaglio rappresenta un passo significativo nel garantire una perequazione delle pensioni in linea con l’inflazione effettiva ma il futuro potrebbe portare ulteriori regolamentazioni.

Spaghetti beneficiari 

In merito ai soggetti beneficiari è importante chiarire che gli aumenti derivanti dalla perequazione andranno ad avere ad oggetto tutte le pensioni, dirette e di reversibilità, gli assegni di invalidità civile e gli assegni sociali.

A titolo generale emerge che gli aumenti delle pensioni saranno calcolati sul totale degli assegni mensili piuttosto che sul montante pensionistico, come era avvenuto in passato.

Si tratta così di una misura vantaggiosa per i pensionati con redditi bassi e meno conveniente per i percettori di pensioni medio-alte.

La concreta novità di questa misura è però rappresentata dal fatto che la crescita dell’assegno pensionistico, sulla base delle leggi vigenti, sarebbe stato riconosciuto a tutti i pensionati, ma dal 1° gennaio 2024, per l’adeguamento della quota di inflazione non riconosciuta all’inizio dell’anno.

Il decreto-legge in vigore dal 19 ottobre ne anticipa il pagamento al 1° dicembre 2023 e con effetto retroattivo. Questo significa che saranno calcolati gli arretrati da gennaio a novembre 2023 e liquidati in unica soluzione sulle pensioni del mese successivo.

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