

Quattro motivi per i quali a dicembre le pensioni aumenteranno
In arrivo l'aumento delle pensioni per dicembre

Francesca Rizzi
Pubblicato il 09 novembre 2023
Il mese di dicembre appare come un mese particolarmente favorevole per quanto concerne l’ammontare della pensione.
Di fatto, sembra che la pensione che sarà in arrivo nel mese di dicembre sarà più alta per almeno quattro motivazioni.
Come ben sappiamo il mese di dicembre si connota anche come il mese di pagamento della tredicesima, a cui, per i pensionati che soddisfano delle specifiche condizioni, si va anche ad aggiungere la seconda tranche della somma aggiuntiva per l’anno 2022, la cosiddetta “quattordicesima”.
Bisogna inoltre ricordare che nell’ultimo mese dell’anno la tassazione più agevole perché sulla pensione di dicembre non si applicano le addizionali comunali e regionali sottratte nelle mensilità precedenti.
A questi benefici rilevanti si aggiunge la novità per il 2023 delineata dal decreto-legge n. 145 del 18 ottobre scorso che ha previsto che a dicembre scatterà (con un mese di anticipo) il conguaglio della rivalutazione con un nuovo adeguamento degli assegni al costo della vita.
Quest’ultimo si tratta di un particolare di un aumento degli importi degli assegni, correlato all'aumento dell'inflazione che quest'anno è stato molto superiore al previsto. Emerge che i costi della misura previsti sono pari a più di 2 miliardi di euro per il 2023 e oltre 560 milioni per il 2024.
L’insieme di questi fattori permetteranno ai pensionati di ricevere una maxi-assegno.
All’interno di questo articolo andremo ad approfondire quali sono le motivazioni per cui si avrà un importante incremento dell’assegno pensionistico.
Le motivazioni all’aumento dell’assegno pensionistico
Andando a guardare quali sono le motivazioni per la crescita dell’assegno pensionistico è possibile identificare quattro aree di azioni ovvero: l’aspetto fiscale, il conguaglio di dicembre, la tredicesima sulla pensione e il bonus tredicesima.
In merito all’aspetto fiscale si rileva che per il cedolino di novembre, così come nelle prime 11 mensilità dell’anno sulla pensione sono trattenute le addizionali regionali e comunali relative al 2022 mentre da marzo a novembre, viene effettuata la trattenuta per addizionale comunale in acconto per il 2023. Questo significa che a dicembre le addizionali non sono dovute, né per lo scorso anno né come anticipo per quello corrente. Tale dinamica avviene perché a novembre si interrompe l’eventuale recupero delle ritenute Irpef relative al 2022 risultanti dal conguaglio di inizio anno, come pure quelle riferite al conguaglio dell’ultima dichiarazione dei redditi. Dati questi presupposti è chiaro che la pensione di dicembre già di per sé prevede un netto leggermente più alto.
Altro aspetto di particolare rilievo che favorisce la crescita pensionistica è il conguaglio di dicembre che prevede che su ogni trattamento pensionistico verrà effettuato un ricalcolo considerando il tasso di rivalutazione definitivo accertato dall’Istat per il 2022 e non quello provvisorio utilizzato dall’Inps per adeguare le pensioni a inizio 2023. A tal fine si ravvisa una differenza dello 0,80% (8,1% il tasso definitivo, 7,3% quello provvisorio applicato per l’indicizzazione), che sarà applicato sulle pensioni seguendo le percentuali di rivalutazione introdotte con la legge di Bilancio 2023. È stato chiarito che solo le pensioni che non superano di 4 volte il trattamento minimo (quindi circa 2.100 euro) possono essere adeguate al 100% per del tasso, mentre sopra questa soglia si utilizzano delle percentuali sempre più ridotte:
• tra 2.101,53 e 2.626,90 euro: 85% del tasso, quindi l’aumento sarà dello 0,68%;
• tra 2.626,91 e 3.152,28 euro: 53% del tasso, quindi dello 0,424%;
• tra 3.152,29 e 4.203,04 euro: 47% del tasso, quindi 0,376%;
• tra 4.203,05 e 5.253,80 euro: 37% del tasso, quindi 0,296%;
• sopra i 5.253,81 euro: 32% del tasso, che quindi scende allo 0,256%.
Si evidenzia che il ricalcolo viene effettuato a decorrere da gennaio 2023 e per questo motivo non ci sarà solo l’adeguamento della pensione di dicembre (che sarà leggermente più alta rispetto a quella pagata il mese precedente), come pure della tredicesima, ma anche il contestuale accredito degli arretrati per 11 mensilità.
In merito alla tredicesima sulla pensione si ricorda che al conguaglio della pensione si aggiungono poi i soliti pagamenti di tredicesima(per tutti) e bonus (per alcuni). Bisogna evidenziare che l’importo della tredicesima sulla pensione segue le medesime regole di quella riconosciuta ai lavoratori dipendenti. Questo significa che matura nel corso dell’anno, quindi l’importo lordo è pari a 1/12 per ogni mese di pensionamento effettivo nell’anno di riferimento.
Dati questi presupposti hanno diritto alla tredicesima piena, il cui importo lordo di fatto sarà pari a quello del rateo di dicembre, coloro che sono in pensione almeno da gennaio 2023. Bisogna sottolineare che l’importo netto della tredicesima può essere più basso rispetto a quello del rateo mensile, in quanto si applica una tassazione più svantaggiosa per il pensionato. Questo indica che ciò che si applica per tutto l’importo l’aliquota Irpef prevista per l’ultimo scaglione di reddito raggiunto, anziché in maniera progressiva come invece avviene per il rateo mensile.
Da non dimenticare il bonus tredicesima ovvero un ammontare che potrebbe essere riconosciuto a titolo aggiuntivo. Questo è un bonus del valore di 154,94 euro è conosciuto come bonus tredicesima, non soggetto a rivalutazione annua, si tratta di un emolumento riconosciuto ai sensi del comma 7 dell’articolo 70 della legge 388 del 23 dicembre 2020 ai titolari di uno o più trattamenti pensionistici a carico dell’assicurazione generale obbligatoria o delle forme sostitutive, esclusive ed esonerative della medesima, nonché delle forme pensionistiche obbligatorie gestite dagli enti privatizzati di cui al d.lgs 509/1994.
Ai fini di usufruirne bisogna però soddisfare un requisito economico: l’importo della pensione lorda annua, infatti, non deve superare quello del trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti, nel 2023 pari a 7.328,62 euro.

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