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Assegno di inclusione

Scopri l'Assegno di Inclusione: requisiti, calcolo e incentivi all'assunzione. Guida completa per favorire l'inclusione sociale e lavorativa.

Salvatore Puglisi

Pubblicato il 16 May 2023

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L'assegno di inclusione rappresenta un sostegno economico e sociale, ma è anche condizionato alla dimostrazione dei mezzi e all'adesione a un percorso personalizzato di attivazione e inclusione.

Per calcolare gli importi dell'assegno, si terrà conto di una formula che considera il reddito familiare e un parametro di scala di equivalenza.

Tuttavia, ci saranno nuove regole per il calcolo di questa scala di equivalenza rispetto al precedente reddito di cittadinanza.

Un punto chiave da sottolineare è che l'assegno di inclusione può essere incrementato se si ricevono anche altre misure di sostegno, come l'Assegno unico per figli a carico o il nuovo Supporto per la formazione al lavoro.

Queste aggiunte hanno l'obiettivo di fornire ulteriori strumenti e opportunità per favorire l'inclusione sociale e professionale dei beneficiari.

Con l'introduzione dell'assegno di inclusione, il governo punta a creare un sistema di sostegno più efficace e orientato all'inclusione lavorativa.

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Questa misura mira a offrire una soluzione più mirata e personalizzata per chi è disoccupato e ha difficoltà economiche, sostenendo non solo dal punto di vista finanziario, ma anche fornendo percorsi di attivazione e inclusione sociale.

In questo articolo, esploreremo nel dettaglio come funziona l'assegno di inclusione, i requisiti necessari per accedervi e le opportunità che offre per favorire l'inclusione lavorativa.

Scopriremo come il governo Meloni sta cercando di rispondere alle esigenze delle persone disoccupate, offrendo loro un supporto più adeguato e personalizzato per superare le difficoltà e raggiungere l'inclusione sociale e lavorativa.

Che cos'è

Il governo Meloni ha deciso di abbandonare il reddito di cittadinanza, introducendo al suo posto una misura specifica volta a sostenere coloro che sono disoccupati e desiderano entrare nel mercato del lavoro.

Questa nuova misura, chiamata assegno di inclusione, è al centro del recente Decreto Lavoro. Dopo diversi mesi di discussione, il governo ha delineato le caratteristiche dell'assegno di inclusione, optando per questa soluzione anziché per il sostegno chiamato "MIA" (Misura di Inclusione Attiva) ipotizzato inizialmente.

Il Decreto Lavoro (D.L. n. 48/2023) introduce l'assegno di inclusione, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2024 come misura di contrasto alla povertà, alla fragilità e all'esclusione sociale.

Questo assegno è rivolto alle famiglie che includono disabili, minori o persone di età superiore ai 60 anni e potrà raggiungere un importo massimo di 500 euro al mese.

Tuttavia, se il nucleo familiare è composto da over 67 o da disabili gravi, l'importo potrà arrivare fino a 630 euro al mese.

Inoltre, se il nucleo familiare vive in affitto, potrà beneficiare di un ulteriore importo mensile di 280 euro. Si tratta essenzialmente di una versione rivisitata della pensione di cittadinanza.

È importante ricordare che la legge di Bilancio 2023 (legge n. 197/2022) ha apportato modifiche alla disciplina del reddito di cittadinanza applicabile nel 2023 in vista della sua soppressione, insieme alla pensione di cittadinanza, a partire dal 2024.

Queste modifiche fanno parte di una più ampia riforma delle misure di sostegno alla povertà e di inclusione attiva. Inoltre, è stato istituito un "Fondo per il sostegno alla povertà e all'inclusione attiva", che riceverà parte dei fondi risparmiati dalla soppressione del reddito e della pensione di cittadinanza. Se ti stai chiedendo come ottenere l'assegno di inclusione una volta scaduto il reddito di cittadinanza, chi deve fare domanda e quali percorsi seguire, è il decreto del Primo Maggio che definisce i requisiti e le procedure da seguire.

È importante fissare fin da ora le coordinate di questa operazione per garantire un accesso agevole a questa misura di sostegno. L'assegno di inclusione rappresenta l'effettiva sostituzione del reddito di cittadinanza a partire dal 1° gennaio 2024. I

l testo del Decreto Lavoro, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ha fornito le disposizioni specifiche per calcolare l'assegno di inclusione.

Tuttavia, è importante notare che la platea potenziale dei beneficiari è stata ristretta rispetto a quella prevista per il reddito di cittadinanza.

Simile al reddito di cittadinanza, l'assegno di inclusione può essere considerato un'integrazione al reddito familiare fino a un determinato importo, che varia in base alla composizione del nucleo familiare.

Ci sono state diverse domande riguardo a questo nuovo contributo statale.

In particolare, molti si chiedono se sarà vantaggioso per coloro che lo ricevono o se sarà una misura peggiorativa rispetto a quella precedente. Analogamente a quanto avviene nel 2023 con il reddito di cittadinanza, la nuova misura distingue due categorie di nuclei familiari beneficiari:

  • quelli che includono persone di età superiore ai 60 anni, minori o persone con disabilità
  • quelli composti solo da persone occupabili, inclusi quelli monocomponente.

Nel primo caso, i componenti del nucleo familiare possono richiedere l'assegno di inclusione per 18 mesi, con la possibilità di prorogarlo per altri 12 mesi.

Per le persone occupabili, invece, è prevista la decadenza dal beneficio nel caso di rifiuto di offerte di lavoro a tempo pieno o parziale con determinate caratteristiche. Inoltre, è stato istituito un nuovo strumento chiamato Supporto per la formazione e il lavoro, rivolto alle persone tra i 18 e i 59 anni in condizioni di povertà assoluta e che non soddisfano i requisiti per accedere all'assegno di inclusione.

Con il Supporto per la formazione e il lavoro, sarà possibile ricevere un assegno mensile di 350 euro per 12 mesi e intraprendere percorsi di attivazione lavorativa.

Nei prossimi paragrafi, esploreremo i nuovi requisiti per ottenere l'assegno di inclusione e come funzionerà per coloro che sono occupabili e per gli altri beneficiari.

Chi può richiederlo

L'assegno di inclusione, che sostituirà il reddito di cittadinanza a partire dal 2024, introduce nuovi requisiti e condizioni per poter accedere a questa misura di sostegno.

In questo capitolo, esploreremo nel dettaglio chi potrà richiedere l'assegno di inclusione e quali saranno i criteri da rispettare.

Per poter beneficiare dell'assegno di inclusione, è necessario soddisfare determinati requisiti di cittadinanza e residenza.

La misura è rivolta a

  • cittadini italiani o europei (o loro familiari) con diritto di soggiorno permanente
  • ai cittadini di paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo.

Inoltre, è richiesto di aver risieduto in Italia per almeno cinque anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo.

È importante sottolineare che il requisito di residenza per l'assegno di inclusione è stato ridotto rispetto al reddito di cittadinanza, in risposta alle osservazioni dell'Unione Europea in merito alla libera circolazione dei lavoratori e ai diritti dei cittadini.

Un altro fattore determinante per l'assegno di inclusione è l'Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE).

La soglia massima dell'ISEE per poter accedere all'assegno di inclusione è di 9.360.

Inoltre, il reddito familiare deve essere inferiore a 6.000 euro all'anno, con un incremento in base al numero di componenti familiari e alla presenza di disabili.

È importante notare che, simile al reddito di cittadinanza, anche per l'assegno di inclusione sono previste restrizioni in termini di possesso di autoveicoli di cilindrata superiore a 1600 cc o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc, immobili con un valore oltre i 150.000 euro ai fini dell'IMU e conti in banca con importi superiori a 10.000 euro.

Infine, per poter presentare la domanda di assegno di inclusione, è necessario che il nucleo familiare includa:

  • almeno un minorenne
  • una persona con disabilità
  • una persona con più di 60 anni.

Inoltre, è richiesta l'assenza di misure cautelari o di prevenzione personali, nonché la mancanza di condanne definitive negli ultimi dieci anni.

La scala di equivalenza

Nel presente capitolo, approfondiremo il calcolo dell'assegno di inclusione e il concetto di scala di equivalenza, che influisce sull'importo finale del beneficio.

Comprendere come vengono determinati questi valori è fondamentale per capire l'entità dell'assegno di inclusione e come viene distribuito all'interno del nucleo familiare.

Il calcolo dell'assegno di inclusione parte da un valore di base pari a 1.

Tuttavia, questo valore viene incrementato in base a diversi fattori.

Ad esempio, per ogni componente del nucleo familiare con disabilità o non autosufficienza, si aggiunge un valore di 0,5.

Per i componenti con un'età pari o superiore a 60 anni, viene aggiunto un valore di 0,4.

Inoltre, se nel nucleo familiare sono presenti altri componenti maggiorenni che si occupano di cura nei confronti di un disabile, di un bambino di età inferiore a 3 anni o di più di 3 minori, si aggiunge un valore di 0,4.

Per i minori, invece, si aggiunge un valore di 0,15 fino a due figli e un valore di 0,10 per ogni altro figlio minore di età, dopo il secondo.

L'importo finale dell'assegno di inclusione dipenderà anche dal parametro della scala di equivalenza, che determina l'entità dell'integrazione da aggiungere al reddito familiare.

La scala di equivalenza ha valori minimi e massimi definiti per l'assegno di inclusione.

Il parametro minimo è di 1 per i nuclei familiari con un soggetto fragile, mentre il parametro massimo può arrivare fino a 2,2 o 2,3 in presenza di disabili gravi o non autosufficienti.

Per ogni altro componente del nucleo familiare con un'età pari o superiore a 60 anni, si aggiunge un coefficiente aggiuntivo di 0,4.

Per i minori, si applicano valori di 0,15 per ogni figlio fino a due e di 0,10 per ogni figlio successivo al secondo.

È importante notare che i componenti del nucleo familiare che risiedono in strutture pubbliche e che interrompono la residenza in Italia non vengono conteggiati nel calcolo della scala di equivalenza.

Comprendere il calcolo dell'assegno di inclusione e il concetto di scala di equivalenza è fondamentale per avere una chiara comprensione di come vengono determinati gli importi e come viene distribuito il beneficio all'interno del nucleo familiare.

Nel prossimo capitolo, esploreremo le modalità di erogazione dell'assegno di inclusione e le tempistiche per la presentazione della domanda.

Gli importi

L'indennità mensile dell'assegno di inclusione non può essere inferiore a 480 euro per il nucleo familiare richiedente, ma può variare in base a situazioni specifiche.

È importante notare che è stato fissato un limite massimo di 6.000 euro all'anno per il sostegno, che può arrivare a 7.560 euro all'anno se nel nucleo familiare sono presenti persone non occupabili, come anziani o disabili.

Inoltre, viene prevista un'ulteriore integrazione di 280 euro mensili per coloro che pagano un affitto mensile per la casa di residenza.

Questo contributo aggiuntivo mira a fornire un supporto alle spese abitative dei beneficiari.

Per quanto riguarda la durata dell'assegno di inclusione, questa è stabilita inizialmente per un periodo di 18 mesi.

Tuttavia, è possibile richiedere il rinnovo per altri 12 mesi dopo un mese di sospensione.

Questa flessibilità nella durata del sostegno consente una maggiore continuità nell'aiuto economico fornito, garantendo un periodo adeguato per l'inserimento lavorativo dei beneficiari.

Per comprendere meglio l'entità dell'assegno di inclusione e come viene calcolato, esaminiamo alcuni esempi.

Supponiamo una famiglia composta da due adulti, di cui uno ha più di 60 anni, e un reddito familiare di 1.500 euro.

In questo caso, il parametro della scala di equivalenza sarà di 1,4.

Applicando la formula [(6.000 euro * 1,4) - 1.500)]/12, si otterrà l'importo mensile dell'assegno di inclusione.

Incentivi all'assunzione

Come avviene per il Reddito di Cittadinanza, anche per l'Assegno di Inclusione i datori di lavoro che assumono a tempo indeterminato i beneficiari potranno usufruire di uno sgravio contributivo pari al 100% dei complessivi contributi previdenziali per un periodo massimo di 2 anni, fino a un importo annuo di 8.000 euro.

Questa agevolazione rappresenta un incentivo significativo per le aziende che vogliono offrire stabilità lavorativa ai beneficiari.

Anche per le assunzioni a tempo determinato o stagionale è previsto uno sgravio contributivo, seppur di entità minore.

In questo caso, i datori di lavoro riceveranno uno sgravio pari al 50% dei complessivi contributi previdenziali per un periodo massimo di 2 anni, fino a un importo annuo di 4.000 euro.

Questa misura è stata introdotta per incentivare anche le assunzioni a breve termine e favorire l'inclusione lavorativa dei beneficiari.

Tuttavia, è importante sottolineare che le agevolazioni contributive non si applicano ai contributi INAIL, che rimangono a carico dei datori di lavoro come previsto dalla normativa vigente.

Inoltre, è importante precisare che il Ministero del Lavoro stabilirà le modalità per richiedere un beneficio aggiuntivo per i beneficiari che intraprendono un'attività lavorativa autonoma o si associano a una cooperativa.

Questo beneficio aggiuntivo corrisponderà a 6 mensilità dell'assegno di inclusione, per un massimo di 3.000 euro.

Le modalità di richiesta saranno definite in un prossimo decreto ministeriale.

Le agevolazioni previste per i datori di lavoro che assumono beneficiari dell'Assegno di Inclusione sono in linea con le politiche di sostegno all'occupazione e all'inclusione sociale.

Queste misure incentivano le assunzioni, creando opportunità di lavoro per i percettori dell'assegno e promuovendo la loro autonomia economica.

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