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Bonus 3.000 euro per percettori assegno di inclusione

Chi ha diritto al Bonus 3.000 euro dei percettori ADI

Francesca Rizzi

Pubblicato il 12 February 2024

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L’assegno di inclusione sottende la possibilità di ottenere importanti bonus.

Uno di questi è direttamente rappresentato da un bonus pari a 3000 euro.

Ovviamente oltre a questo si rileva la presenza di altri bonus tra cui la Carta acquisti da 480 euro (compatibile e interamente cumulabile con il nuovo sostegno al reddito) e i 350 euro che sono dedicati a coloro che possono iscriversi al programma per il supporto per la formazione e il lavoro in quanto soggetti occupabili, ma che sono vengono esclusi dal parametro di scala di equivalenza.

Per quanto riguarda il bonus da 3000 euro si rileva che questa tipologia di aiuto è direttamente pensata a favore dei titolari dell’assegno di inclusione che hanno deciso di avviare una propria attività in proprio.

Questo tipo di aiuto si pone come un incentivo all’occupazione con particolare riferimento l’avvio di un’attività da lavoro autonomo o di impresa individuale.

All’interno di questo articolo andremo ad approfondire le modalità di ricezione del bonus di 3000 euro e come fare per ottenerlo.

Il bonus di 3000 euro

Come abbiamo visto l'Assegno di Inclusione può essere abbinato, fino a un massimo di 3.000 euro lordi annuo, all'avvio da parte di uno o più membri della famiglia di un'occupazione dipendente, di un'attività imprenditoriale o lavorativa autonoma, e anche alla partecipazione a programmi di politiche attive di lavoro indennizzati.

Di fatto l’Assegno di Inclusione è uno strumento che è stato creato in modo da coesistere con l’occupazione di uno o più membri del nucleo familiare beneficiario ma con un limite di reddito da lavoro.

In particolare, l’articolo 3, commi 5-7 del Decreto legge 48/2024 chiarisce la sussistenza della compatibilità dell’Assegno di Inclusione con l’avvio, da parte di uno o più componenti della famiglia, di un’attività di lavoro dipendente, di impresa o di lavoro autonomo.

Tale compatibilità risulta però consentita entro il limite massimo annuo di 3.000 euro lordi. Il reddito derivante da tale attività, una volta superata la soglia prestabilita, incide sul riconoscimento o meno del beneficio.

Questo Bonus è riconosciuto entro i primi 12 mesi dalla fruizione dell’Adi e consiste in un importo erogato in un’unica soluzione pari a sei mensilità.

Quindi, ciò vuol dire che chi inizia un’attività di lavoro in proprio riceverà fino a 3000 euro di Bonus come incentivo ulteriore al sostegno già esistente

Soggetti beneficiari del bonus

La logica del bonus di 3000 euro ripercorre quella che era stata precedentemente prevista per i beneficiari del reddito di cittadinanza.

Nello specifico hanno diritto al bonus di 3000 euro coloro che avviano un’attività che può essere di lavoro autonomo; di impresa individuale; in una società cooperativa.

Risulta importante ricordare che per beneficiare di questo incentivo risulta essere necessario che l’attività deve essere avviata entro i primi 12 mesi di fruizione dell’Assegno di inclusione che ricordiamo ha una durata di 18 mesi (rinnovabile ogni volta di 12 mesi).

Si ricorda che il beneficiario dell’assegno di inclusione che avvia un’attività lavorativa è tenuto a rispettare alcuni adempimenti verso l’INPS per via telematica.

In particolare, il beneficiario dell’assegno che avvia un’attività di lavoro autonomo o d’impresa conserva il diritto per i primi 2 mesi, ma deve rispettare precisi obblighi periodici di comunicazione del reddito prodotto per proseguire con la percezione, seppure nel rispetto di una specifica soglia di esenzione.

Ammontare del bonus

Come abbiamo visto il bonus per avvio di attività propria da parte di titolare di assegno di inclusione offre la possibilità di ottenere un aiuto fino a 3000 euro.

Dal punto di vista pratico questo è pari a quanto percepito di Assegno di inclusione, ma nel limite di 500 euro mensili, da moltiplicare per 6 per un totale di 3000 euro.

Essendo questa misura compatibile con l’assegno di inclusione risulta chiaro che la fruizione dell’incentivo in oggetto non comporta in automatico la perdita del sostegno al reddito, né tantomeno un ricalcolo.

A sostegno di questa affermazione si pone quanto si legge chiaramente nell’articolo 10, comma 6, del decreto n. 48 del 2023 che lo prevede, si tratta infatti di un incentivo “aggiuntivo” a quanto già percepito.

Come è normale che sia l’avvio di un’attività dovrebbe generare un reddito che va ad innalzare l’Isee familiare ed è per questo che l’avvio dell’attività deve essere comunicata all’Inps entro il giorno antecedente all’inizio della stessa pena la decadenza del beneficio.Inoltre, risulta necessario che venga comunicato il reddito entro il 15° giorno successivo al termine di ciascun trimestre bisogna comunicare.

Questo valore deve essere individuato secondo il principio di cassa come la differenza tra i ricavi e i compensi percepiti e le spese sostenute nell’esercizio dell’attività.

Nel caso in cui il reddito non superi i 3.000 euro non vi è alcun ricalcolo dell’Assegno di inclusione che quindi non subisce tagli.

Di controverso se si supera la soglia di 3.000 euro si sviluppa un meccanismo tale per cui la differenza deve essere aggiunta al reddito familiare, parametro utilizzato per calcolare il valore dell’integrazione.

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