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Sospensione assegno di inclusione: quando avviene

Esiste la possibilità di sospensione dell'assegno di inclusione

Francesca Rizzi

Pubblicato il 22 gennaio 2024

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Hai diritto all’assegno di inclusione?

Hai paura di trovarti nella situazione in cui questa agevolazione ti venga sospesa?

All’interno di questo articolo andremo a comprendere che cos’è l’assegno di inclusione e quali possono essere le casistiche di sospensione dell’ agevolazione.

Assegno di inclusione, di cosa si tratta

L’Assegno di Inclusione (ADI) rappresenta la misura nazionale che è stata sviluppata per attuare un contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale delle fasce deboli attraverso percorsi di inserimento sociale, nonché di formazione, di lavoro e di politica attiva del lavoro. Nello specifico l’assegno di inclusione, che è operativo dal 1° gennaio 2024, è volto a sostituire il reddito di cittadinanza e per questo motivo si rivolge alla platea di destinatari del Reddito di Cittadinanza.

Il beneficio economico decorre a partire dal mese successivo a quello di sottoscrizione del Patto di attivazione digitale del nucleo familiare (PAD) all’esito positivo dell’istruttoria.

L’assegno di inclusione viene riconosciuto ai nuclei familiari che abbiano almeno un componente in una delle seguenti condizioni:

  • con disabilità, come definita ai sensi del regolamento di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013, n. 159;
  • minorenne;
  • con almeno 60 anni di età;
  • in condizione di svantaggio (grave disagio bio-psico-sociale) e inserito in programma di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione.

Per quanto concerne il pagamento della prima rata dell’assegno di inclusione sembra che questa sarà pagata dopo il 26 gennaio 2024 per coloro che ne hanno fatto domanda entro il 7 di questo mese, mentre per gli altri arriverà dal 15 febbraio prossimo.

Sospensione dell’assegno di inclusione 

Così come è possibile percepire l’assegno di inclusione risulta possibile, al contempo, perderlo.

Di fatto ci sono alcuni casi in cui l’Assegno di inclusione potrebbe essere sospeso dopo pochi mesi. Questo avviene qualora non vengano rispettati alcuni requisiti.

Si chiarisce che i beneficiari del reddito di inclusione sono tenuti a recarsi presso i servizi sociali del comune di residenza per la presa in carico e la sottoscrizione del patto di inclusione sociale.

Sebbene le famiglie dovrebbero essere convocate dai servizi sociali si ravvisa che la legge sancisce un limite di tempo entro cui l’appuntamento va comunque effettuato pena la sospensione del pagamento (nel caso in cui la famiglia non riceva la convocazione sarà il nucleo familiare a doversi presentare autonomamente presso i servizi sociali).

Dal punto di vista pratico una volta che il nucleo familiare ha sottoscritto il patto di attivazione digitale i dati arrivano al Comune di residenza per l’analisi e la presa in carico dei componenti con bisogni complessi e per l’attivazione degli eventuali sostegni, nonché del percorso personalizzato di inclusione sociale e lavorativa. Da questo momento inizia un periodo di 120 giorni entro i quali i servizi sociali devono convocare i beneficiari e avviare il percorso di politica attiva e inclusione sociale.

Come sopra anticipato diventa onere della famiglia che ha fatto domanda presentarsi autonomamente presso i servizi sociali del Comune al fine di consentire la valutazione multidimensionale dei bisogni del nucleo familiare nel caso in cui non sia stata convocata entro il limite temporale.

Si ricorda che l’INPS nella circolare n. 105 del 16 dicembre 2023 ha sottoscritto che se il primo incontro non è avvenuto nei termini previsti ci sarà la sospensione dei pagamenti dell’Assegno di inclusione. La riattivazione è prevista una volta che si terrà l’incontro.

Decadimento dell’assegno di inclusione

Il diritto all’assegno di inclusione può anche decadere immediatamente.

Questo avviene nel caso in cui i beneficiari che sono stati convocati dai servizi sociali non si presentano all’appuntamento.

A chiarirlo è l’articolo 8, comma 6, lettera a, del decreto legge n. 48 del 2023.

Mantenimento dell’assegno di inclusione 

Per mantenere l’assegno di inclusione i beneficiari non considerati attivabili al lavoro devono provvedere a presentarsi ogni 90 giorni ai servizi sociali, o presso i patronati, per aggiornare la propria posizione.

Di controverso i spegnetti considerati attivabile al lavoro devono provvedere, ogni 90 giorni, a presentarsi presso centri per l’impiego o in alternativa presso i soggetti accreditati ai servizi per il lavoro (agenzie private) presso cui è stato sottoscritto il suddetto patto.

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