Logo WeWelfareLogo WeWelfare
HomepageServiziCome funzionaNews
Apri il menu

Conguaglio IRPEF 2023

In arrivo il conguaglio IRPEF di dicembre

Francesca Rizzi

Pubblicato il 13 dicembre 2023

Condividi su

Con l’avvicinarsi del mese di dicembre ha avvio l’operazione di conguaglio delle imposte e dei contributi per i lavoratori dipendenti relativi all’anno 2023.

Di fatto il conguaglio IRPEF 2023 si connota come l’operazione fiscale finalizzata alla chiusura dell’anno e viene effettuato da parte del datore di lavoro che assume l’impegno di verificare se sono state versate, durante l’anno, le imposte in misura inferiore o superiore a quanto effettivamente dovuto in base all’importo in busta paga. Una volta attuata questa operazione il datore di lavoro procede al recupero o rimborso. Questo significa che sulla base di questo calcolo il lavoratore potrebbe ricevere di più nella busta paga di dicembre oppure ricevere di meno.

All’interno di questo articolo andremo a comprendere come funziona il conguaglio.

Che cos’è IRPEF

L’Irpef è un’imposta progressiva, personale e di tipo diretto che si paga sui redditi da lavoro dipendente, assimilati e di impresa, e i soggetti passivi dell’imposta sono le persone fisiche. Ad oggi sono quattro le aliquote che si applicano ai fini del calcolo Irpef, sulla base di altrettanti scaglioni di reddito.

Di fatto, la Legge di Bilancio 2022 ha portato da cinque a quattro le percentuali dell’imposta dovuta sulla base del reddito percepito, che dal 1° gennaio scorso sono quindi così strutturate:

  • aliquota Irpef del 23 per cento per i redditi da 0 a 15.000 euro (no tax area fino a 8.174 euro);
  • aliquota Irpef del 25 per cento per i redditi da 15.001 a 28.000 euro;
  • aliquota Irpef del 35 per cento per i redditi da 28.001 a 50.000 euro;
  • aliquota Irpef del 43 per cento per i redditi oltre i 50.000 euro.

Conguaglio in busta paga, di cosa si tratta

Il conguaglio in busta paga a dicembre è un processo di tipo contabile e fiscale che avviene a fine anno e che si basa sul processo di ricalcolo delle imposte e delle detrazioni sui redditi dei lavoratori che sono stati versati nel corso dei 12 mesi precedenti. Questo significa che nel caso in cui le imposte siano state versate in somma maggiore significa che queste verranno rimborsate in fase di conguaglio al lavoratore. Nel caso in cui sono state versate delle imposte in somma minore si andrà ad avvisare un processo con cui queste verranno recuperate e saranno quindi detratte dallo stipendio.

Dati questi presupposti risulta chiaro ch la busta paga mensile potrebbe essere oggetto di stime approssimative delle imposte e delle detrazioni. Di fatto si sottolinea che il conguaglio IRPEF a dicembre ha una finalità molto precisa ovvero quella di riuscire a correggere delle eventuali differenze riscontrate a seguito della rideterminazione del reddito imponibile.

Dal punto di vista pratico le operazioni di conguaglio fiscale in busta paga sono direttamente attuate da parte dei sostituti d’imposta, ossia aziende pubbliche e private che sostituiscono il contribuente (lavoratore) nei rapporti con l’amministrazione finanziaria, trattenendo le imposte dovute sui compensi (stipendi) e versandole allo Stato. Questo significa che sono i datori di lavoro e aziende in generale a porre in essere queste operazioni di fine anno.

Come funziona il conguaglio

Praticamente il conguaglio IRPEF 2023 si basa sull’attuazione di un meccanismo di ricalcolo. Questo processo prende in considerazione una serie di variabili come le detrazioni fiscali, gli oneri previdenziali e altre componenti che hanno la caratteristica principale di procedere ad influenzare il reddito netto dei lavoratori e che possono cambiare nel corso dei mesi. Questo significa che una modifica di questi fattori può andare a determinare un conseguente aumento o riduzione dell’importo versato durante l’anno. Dati questi presupposti risulta chiaro che per assicurare che i contribuenti paghino l’ammontare corretto delle imposte, si procede con il conguaglio.

Dal punto di vista pratico, con il conguaglio, possono andare a delinearsi due situazioni che hanno delle dirette conseguenze nelle buste paga:

  • se le imposte trattenute o le detrazioni risultano superiori a quelle dovute, si verifica un conguaglio a credito in favore del dipendente, che viene erogato nella busta paga;
  • se le ritenute applicate sono inferiori rispetto all’imposta emersa, si verifica un conguaglio a debito, e il dipendente dovrà corrispondere l’IRPEF e le addizionali aggiuntive vedendosi decurtare lo stipendio in busta paga.

Questo significa che:

  • in caso di conguaglio IRPEF a debito e incapienza delle retribuzioni, l’importo sarà addebitato nelle buste paga dei mesi successivi con l’applicazione di un interesse mensile dello 0,50%. Le operazioni di conguaglio infatti possono protrarsi fino a febbraio 2024;
  • in caso di cessazione del rapporto di lavoro o incapienza delle retribuzioni, l’importo non trattenuto entro la fine del periodo d’imposta dovrà essere versato entro il 15 gennaio dell’anno successivo.

Di fatto l’articolo 23 del DPR 29 settembre 1973 n.600 si occupa di disciplinare il conguaglio fiscale di fine anno, imponendo ai sostituti d’imposta di effettuare la conciliazione tra le ritenute operate e l’imposta dovuta. Questo calcolo si basa sugli emolumenti erogati durante l’anno, tenendo conto delle detrazioni e dei bonus previsti dal TUIR.

Il calcolo del conguaglio

Per quanto concerne il calcolo del conguaglio IRPEF della busta paga di dicembre 2023, il punto di partenza è la verifica di tutti i dati, individuando quelli da correggere o da compensare.

Nel caso in cui il risultato è un importo versato maggiore rispetto a quanto dovuto, il contribuente riceve l’esatto ammontare individuato come cifra aggiuntiva nella busta paga di dicembre. Di controverso se si ha versato meno di quanto doveva, l’importo mancante verrà recuperato direttamente dallo stipendio.

Dal punto di vista pratico i passaggi per determinare la trattenuta o il rimborso fiscale dovuto al lavoratore:

  • si parte dal reddito complessivo totalizzato dal dipendente nel corso del periodo d’imposta (2022 per il conguaglio 2023), prendendo come riferimento quanto erogato dall’azienda, a meno che il dipendente non comunichi ulteriori somme;
  • sulla base del reddito complessivo, il sostituto d’imposta calcola l’IRPEF lorda applicando le diverse aliquote ai singoli scaglioni di reddito. Ossia, per l’anno di imposta 2022 (dunque per il conguaglio 2023), il primo scaglione dell’IRPEF si applica ai redditi fino a 15.000 euro, con un’aliquota del 23%. Nel secondo scaglione, che va da 15.001 a 28.000 euro, l’aliquota è del 25%. Passando al terzo scaglione, compreso tra 28.001 e 50.000 euro, l’aliquota sale al 35%. Infine, per il quarto scaglione, che copre redditi superiori a 50.001 euro, l’aliquota massima è del 43%. I nuovi scaglioni IRPEF 2024 con simulazione li potete leggere invece, in questa guida;
  • si calcolano le detrazioni fiscali spettanti in base al reddito complessivo totalizzato dal dipendente nel periodo d’imposta. In assenza di comunicazioni da parte del contribuente, si considerano solo le somme riconosciute dal datore di lavoro;
  • l’IRPEF lorda viene diminuita delle detrazioni d’imposta, ottenendo così l’IRPEF netta;
  • si confronta l’IRPEF netta risultante dal conguaglio con la somma della stessa IRPEF netta trattenuta nei singoli cedolini dell’anno;
  • in base al confronto tra l’IRPEF netta del conguaglio e quella anticipata, si stabilisce se il dipendente ha diritto a un rimborso (conguaglio positivo) o a una trattenuta (conguaglio negativo).
Scopri il nuovo modo di poter accedere a tutti i servizi di Caf e Patronato di uno sportello fisico direttamente da casa e senza code.
Scopri il nuovo modo di poter accedere a tutti i servizi di Caf e Patronato di uno sportello fisico direttamente da casa e senza code.

Altri articoli che potrebbero interessarti