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Bonus Mamme arriva la circolare INPS

Quando verrà erogato il Bonus Mamme

Francesca Rizzi

Pubblicato il 15 February 2024

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L'ultima legge di bilancio ha decretato un aumento massimo di 250 euro lordi al mese a favore delle sole lavoratrici assunte con contratto a tempo indeterminato.

Questo bonus è stato introdotto con l’ultima legge di bilancio per sostenere la natalità.

Nello specifico il bonus mamme in busta paga che consiste in uno sgravio totale dei contributi a carico della lavoratrice dipendente con contratto a tempo indeterminato che abbia almeno due figli.

Sebbene la misura sarebbe dovuta partire a gennaio c’è stato un ritardo dal momento che la circolare INPS con le istruzioni è arrivata solo a fine gennaio, per cui a febbraio si riceveranno anche gli arretrati del mese scorso.

All’interno di questo articolo andremo ad analizzare quali sono le caratteristiche del bonus mamme per il 2024.

Soggetti beneficiari

Il bonus mamme è riservato alle dipendenti che sono assunte a tempo indeterminato, sia nel privato come nel pubblico, con la sola eccezione del lavoro domestico.

Questo significa che ricadono nella platea anche le mamme che hanno dei contratti di part time, i contratti di somministrazione e quelli di apprendistato.

Di controverso sono escluse le lavoratrici autonome e quelle a tempo determinato.  

Si evidenzia che per avere accesso all’agevolazione sono previsti poi due requisiti relativi alla struttura della famiglia.

Nello specifico hanno diritto al bonus dal 2024 al 2026 le mamme con 3 o più figli, di cui almeno uno minorenne.

Solo per quest’anno, invece, il beneficio è concesso anche a chi ha 2 o più figli, di cui almeno uno sotto i 10 anni.

Le madri, in possesso dei requisiti a gennaio 2024, hanno diritto all'esonero dallo stesso mese di gennaio.Il bonus mamme lavoratrici sembra andare ad aumentare le disuguaglianze e ad avvantaggiare chi ha già redditi consistenti ed è tutelata dai contratti, dimenticando chi invece è in situazioni svantaggiate.

Infatti, non riceveranno il bonus le madri di un solo figlio, anche se con disabilità, le lavoratrici domestiche, le pensionate, le lavoratrici a tempo determinato, le libere professioniste, le disoccupate e le collaboratrici occasionali.

Funzionamento del bonus

Per quanto concerne il funzionamento del bonus mamme si chiarisce che questo esonera completamente la contribuzione previdenziale (9,19% della retribuzione) fino a un massimo di 3.000 euro.

Ai fini di accedere a questa agevolazione non sussiste nessun limite di reddito, ma esiste un tetto di 3.000 euro annui per l'esenzione della contribuzione. Questo significa che le madri di tre figli possono ottenere il bonus anche nel 2025 e 2026 fino al compimento della maggiore età del terzo figlio.

Dal punto di vista pratico, secondo i calcoli, le lavoratrici non pagheranno contributi fino a una retribuzione lorda di circa 32.600 euro, con una graduale crescita oltre tale soglia.Inoltre, il requisito per ottenere il bonus si ritiene soddisfatto al momento della nascita del terzo figlio (secondo figlio solo nel 2024), senza decadenza in caso di premorienza o fuoriuscita di uno dei figli dal nucleo familiare.

Le lavoratrici idonee hanno la possibilità di comunicare l'intenzione di usufruire del bonus al datore di lavoro o direttamente all'Inps, indicando i codici fiscali dei figli.Il beneficio ha effetto dal 1° gennaio, indipendentemente dal momento della comunicazione, purché siano soddisfatti i requisiti.

Nel caso di nascita del secondo figlio durante l'anno, il beneficio sarà concesso al momento della nascita del secondo figlio.

Tuttavia, il bonus si interromperà quando il secondo figlio compie 10 anni per le dipendenti con due figli e quando l'ultimo figlio raggiunge i 18 anni per le madri di tre o più figli.In altri termini, si perde diritto al bonus fino a quando i figli minori a carico non raggiungono il limite di età previsto dalla normativa o alla scadenza temporale prevista.

Non esistono limiti di età per i figli o le figlie più grandi, differenze per figli in affido o adottati. Inoltre, la normativa non specifica se si perde diritto al bonus se i figli non convivono con la madre o siano affidati esclusivamente al padre.

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