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Pensione di reversibilità: limiti reddituali 2024

Definiti i nuovi limiti per la pensione di reversibilità

Francesca Rizzi

Pubblicato il 18 marzo 2024

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A partire dal 2024 per i titolari della pensione di reversibilità sono entrati in vigore nuovi limiti reddituali.

Questo significa che le soglie di reddito oltre le quali potrebbe verificarsi una decurtazione del trattamento vedranno delle modifiche rispetto ai limiti per il 2023. 

Di fatto gli scaglioni d’importo pensionistico saranno determinati sulla base del valore definitivo del minimo Inps 2023 che, come comunicato dall’istituto di previdenza, nella circolare 11/2023, è pari a 567,94 euro. 

Sulla base della definizione del nuovo indice provvisorio, per il 2024 di rivalutazione dei trattamenti pensionistici, pari al 5,4 per cento, questo farà lievitare il minimo del prossimo anno a 598,61 euro.

Che cos’è la pensione di reversibilità

  La pensione di reversibilità pubblica è una forma di sostegno pensionistico dedicata ai familiari superstiti di un pensionato (o di un lavoratore) deceduto.

Dal punto di vista pratico si ravvisa che il beneficio della pensione di reversibilità si connota come un importante sostegno di tipo economico che viene fornito direttamente dall'Inps, con vincolo al reddito Irpef.

Tale aiuto risulta essere destinato ai beneficiari sopravvissuti di un pensionato o di un lavoratore defunto, sia esso un dipendente o un lavoratore autonomo.

La reversibilità solitamente spetta a coniuge e figli, ma in loro assenza possono beneficiarne anche altri familiari come genitori, fratelli o le sorelle. Non ne hanno mai diritto, invece, i nipoti.

Si evidenzia che nel caso in cui il defunto abbia ottemperato regolarmente al pagamento dei contributi previdenziali nel passato, i beneficiari riceveranno l'assegno di reversibilità a partire dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della richiesta.

I titolari del diritto a ottenere la pensione di reversibilità sono i superstiti del defunto ovvero:

  • coniuge o partner civile
  • coniuge divorziato
  • figli minorenni
  • figli inabili al lavoro 
  • figli maggiorenni studenti a carico del genitore
  • fratelli celibi e sorelle nubili (in mancanza di coniugi, figli e genitori o nel caso in cui questi non abbiano diritto all’importo di reversibilità).

Per quanto concerne il coniuge la reversibilità spetta in queste percentuali:

  • 60% – al coniuge superstite senza figli a carico;
  • 80% – al coniuge superstite con un figlio a carico oppure a due figli senza coniuge;
  • 100% – al coniuge superstite con due figli a carico oppure a tre o più figli superstiti.

Le novità del 2024

Come sopra anticipato nel 2024 sono entrati in vigore nuovi limiti reddituali per accedere alla pensione di reversibilità. Questo deriva dal fatto che ogni anno i limiti di reddito personale per poter beneficiare del supporto pensionistico sono soggetti a modifiche.

Di fatto così come previsto dalla L. 8 agosto 1995, n. 335 (c.d. Riforma Dini), l’importo della pensione di reversibilità è correlato alla situazione economica del superstite.Inoltre, si ricorda l’assegno di reversibilità può subire delle decurtazioni che vanno dal 25 al 50 per cento dell’importo a seconda del reddito personale dichiarato dal coniuge.Relativamente al 2024 sono entrati in vigore nuovi i limiti reddituali, superati i quali sono previste decurtazioni sulla pensione di reversibilità.

Questi ammontai sono connessi al trattamento minimo (pensione minima) che risulta essere soggetto a un processo di rivalutazione annua sulla base dell’inflazione media registrata nell’ultimo anno. 

Si ricorda, a tal fine, che nel 2023 vi era stato un incremento dell’importo del trattamento minimo pari a 567,94 euro, a causa di un’inflazione media pari all’8,1%. Di controverso nel 2024, la rivalutazione annuale dei trattamenti pensionistici è stata pari al 5,4%, con un importo del trattamento minimo lievitato a 598,61 euro.

Questo significa che considerato, nel 2024 i limiti reddituali, con relativi tagli, sono fissati come segue:

  • zero tagli (reversibilità totale): per redditi entro il limite di 23.345,79 euro;
  • taglio reversibilità del 25%: per redditi compresi tra i 23.345,79 euro e i 31.127,72 euro;
  • taglio reversibilità del 40%: per redditi compresi tra i 31.127,72 euro e i 38.909,65 euro;
  • taglio reversibilità del 50%: per redditi superiori a 38.909,65 euro.

Va specificato però che con la sentenza n. 162 del 30 giugno 2022 la Corte Costituzionale ha posto un limite ai tagli della pensione di reversibilità, stabilendo che l’importo non può essere decurtato di una somma che superi l’ammontare complessivo dei redditi aggiuntivi. 

In ogni caso, è importante sapere che la presenza di figli fino a 21 anni (nel caso in cui siano studenti fino a 26 anni) o inabili nel nucleo familiare esclude qualsiasi decurtazione, indipendentemente dal reddito percepito.Infine, alcuni redditi non vengono proprio considerati nel calcolo dei limiti di reddito per la decurtazione della pensione di reversibilità. Essi sono, ad esempio: la rendita rivalutata della casa di abitazione, il trattamento di fine rapporto e i compensi arretrati soggetti a tassazione separata

Cumulo tra pensione di reversibilità e redditi

Per quanto concerne il cumulo della pensione di reversibilità e dei redditi si ravvisa che secondo la Corte Costituzionale, in caso di cumulo con ulteriori redditi del beneficiario, la pensione di reversibilità non può essere tagliata di un importo superiore all’ammontare complessivo dei redditi aggiuntivi.

Questo significa che andare a ridurre la pensione oltre la misura dei redditi conseguiti, si tradurrebbe, infatti in un danno per il superstite. 

Dal punto di vista pratico diventa importante ricordare che i tagli non si applicano se il beneficiario fa parte di un nucleo familiare con figli minori, studenti o inabili.

Inoltre alcuni redditi non vengono presi in considerazione ai fini della valutazione dei limiti di reddito per la decurtazione della pensione di reversibilità.

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