

Riforma Irpef 2025: aumenti fino a 100 euro al mese per le pensioni
In definizione la riforma Irpef 2025 che vedrà aumenti

Francesca Rizzi
Pubblicato il 28 marzo 2024
Novità in arrivo per i pensionati strettamente connesse alla riforma IRPEF 2025. A partire da marzo le novità fiscali relative alle aliquote Irpef si applicheranno anche alle pensioni.
All’interno di questo articolo andremo a comprendere quali sono le implicazioni delle riforme Irpef sull’assegno pensionistico.
Gli aumenti
Nel corso del mese di febbraio l’INPS ha annunciato la volontà di procedere a recepire le principali novità fiscali che sono connesse agli scaglioni e alle aliquote Irpef che sono state delineate per mezzo della Legge di bilancio 2024.
Inoltre, l’ente ha reso noto che procederà ad applicare le nuove aliquote sulle pensioni a partire dalle mensilità di marzo 2024.
Per quanto riguarda le pensioni di marzo si chiarisce che si procederà a conguagliare anche le differenze relative ai mesi di gennaio e febbraio.
Gli scaglioni Irpef assumono un ruolo chiave nel processo di determinazione della percentuale di tasse che deve essere pagata sul reddito dichiarato. Il fatto che il sistema sia di tipo progressivo porta a delineare una situazione in cui chi ha uno stipendio più alto pagherà più tasse sul reddito rispetto a un lavoratore con uno stipendio più basso.
Se fini allo scorso anno gli scaglioni erano quattro, ciascuno con un’aliquota differente, a partire dal 2024 ci sono state delle novità dal momento che gli scaglioni da gennaio 2024 sono diventati tre (c’è stato l’accorpamento del primo e del secondo scaglione all’aliquota del 23%, anziché del 25%Se fino al 2023 gli scaglioni erano i seguenti:
- fino a 15.000€, aliquota al 23%
- da 15.000,01€ a 28.000€, aliquota al 25%
- da 28.000,01€ a 50.000€, aliquota al 35%
- oltre 50.000€, aliquota al 43%
da gennaio 2024 gli scaglioni sono i seguenti:
- fino a 28.000€, aliquota al 23%
- da 28.000,01€ a 50.000€, aliquota al 35%
- oltre 50.000€, aliquota al 43%
Questo significa, dal punto di vista economico, che a marzo le pensioni passeranno da 15.000€ a 28.000€ tale per cui avranno una ritenuta Irpef un po’ più conveniente rispetto allo scorso anno: vedranno un aumento fino a 21 euro (circa) al mese.
La riforma ha quindi portato a risparmiare il 2% di parte dell'Irpef per tutti coloro che guadagnano più di 15mila euro all'anno.
Si chiarisce che per le persone che hanno un reddito più vicino ai 15.000€ si tratta di una differenza veramente minima, mentre dai 28.000€ in su si parla di 260 euro all'anno in meno da versare al Fisco. L’accorpamento delle due prime aliquote produrrà un risparmio nelle imposte nei termini seguenti: € 60 circa in meno all’anno per i pensionati con reddito fino a 15mila euro; € 100 circa in meno per pensioni fino a 20mila euro. Infine si prevede un beneficio fisso pari a € 260 l’anno per i pensionati i cui redditi si attestano al di sopra della soglia dei 28mila euro annui.
Per i redditi sopra i 50mila euro, nell’anno 2024 – e dunque con riferimento alla dichiarazione redditi 2025 – ci sarà una franchigia delle detrazioni pari a 260 euro.Ad oggi emerge che il Governo sta lavorando a una nuova riforma dell’Irpef per l’anno 2025, da cui potrebbero scaturire aumenti più sostanziosi.
In particolare per il 2025 sembra che il governo punti a tagliare le imposte per chi ha una pensione più alta, almeno fino ai 55 mila euro determinando aumento anche di 100 euro al mese sulla pensione.
Le ipotesi della nuova riforma
Come chiarito sopra sembra che dal 2025 il governo punti a tagliare le imposte per chi ha una pensione più alta, almeno fino ai 55 mila euro.
Facendo delle ipotesi, sulla base di questa linea guida, la riforma potrebbe prevedere:
- estensione dello scaglione che va da 28.000€ a 50.000€, fino a 55.000€;
- riduzione dell’aliquota del secondo scaglione di reddito, sempre quello ricompreso tra 28.000 e 50.000€, dal 35% al 34%, quindi di un punto percentuale;
- riduzione del secondo scaglione di ben due punti percentuali.
In questa ultima ipotesi l'aumento massimo sarebbe di 1.200 euro, 100 euro in più al mese rispetto a oggi.
Inoltre, ci sarebbero vantaggi anche per coloro il cui reddito pensionistico supera i 28.000 euro annui, con un ulteriore risparmio di 140 euro all’anno per coloro che ricevono 35.000 euro di pensione e di 240 euro all’anno per coloro che ricevono 40.000 euro.
Le pensioni sotto i 28.000 euro non trarrebbero beneficio dal taglio dell’Irpef.
Questo costituirebbe una delusione per coloro che percepiscono redditi più bassi (e che, di conseguenza, versano già meno imposte), i quali hanno ottenuto solo lievi vantaggi dalla riforma dell’Irpef introdotta per il 2024.
Andando a guardare questo scenario sembra che i soggetti che si troveranno in una situazione in cui saranno più penalizzati sono coloro che percepiscono una pensione inferiore al tetto dei 15.000€.

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